domenica 4 marzo 2012

I numeri, questi sconosciuti


La separazione tra cultura letteraria e cultura scientifica è purtroppo, oltre che un luogo comune, una realtà. Ce ne dà una nuova dimostrazione la filosofa americana Martha Nussbaum, in una intervista a Repubblica. La Nussbaum già si occupava di questioni etiche e sociali, e in seguito alla crisi, ha approfondito il tema della qualità della vita, e nel nuovo libro "Creare capacità. Liberarsi dalla dittatura del Pil" si occupa delle grandezze più importanti per valutare il grado di civiltà e di benessere di una nazione.
Dice la Nussbaum: "Per troppi anni abbiamo sopravvalutato il Pil, che non è un indicatore reale della qualità della vita. Sono altre le cose importanti, che rivelano la ricchezza di un Paese: sanità, educazione, rispetto delle minoranze, emozioni ed immaginazione".
Ma purtroppo, la filosofa americana mostra di non avere una grande familiarità con i numeri, quando aggiunge: "il Pil è una media, non prende in considerazione distribuzione della ricchezza e ineguaglianze. Anni fa il Sudafrica aveva un Pil altissimo e pareva lanciato sulla strada di uno sviluppo travolgente. I numeri trascuravano però il fatto che il 90% della popolazione era esclusa da questa ricchezza". In realtà il Pil non è una media, ma è la somma di tutta la ricchezza prodotta in un Paese; è possibile che la Nussbaum si riferisse al Pil pro capite. Il Pil pro capite è sì una media, ma non è possibile, come dice la Nussbaum, che un Paese possa avere un "Pil altissimo" e nello stesso tempo escludere il 90% della popolazione dalla ricchezza. Infatti, se il 90% è povero, come accadeva nel Sudafrica dell'Apartheid, questo non può non influenzare la media del Pil pro capite. Infatti, il Sudafrica non ha mai avuto un Pil pro capite altissimo, almeno rispetto ai Paesi occidentali. Il Sudafrica ha sempre avuto un Pil (totale e pro capite) altissimo rispetto agli altri Paesi africani, che però erano quasi tutti poverissimi. Nel 1980 il Pil pro capite del Sudafrica era infatti la metà di quello italiano (come si può vedere da questa pagina di Google Statistiche): sicuramente molto elevato rispetto agli standard africani, non lo era comunque in assoluto. Dunque, il Pil pro capite, non piacerà alla Nussbaum, ma qualcosa ci dice: se un Paese ha un Pil pro capite altissimo, è impossibile che veda la maggior parte della popolazione alla fame.
Prosegue la Nussbaum: "In secondo luogo, il Pil non riesce a descrivere aspetti centrali dell'esperienza umana. Ci sono Paesi economicamente molto forti, che trascurano completamente la sanità e hanno un sistema educativo diseguale. È il caso degli Stati Uniti."
Qui emerge una posizione troppo di parte per essere considerata credibile. Senza voler nascondere i difetti del sistema sanitario americano, che infatti lo stesso Obama ha fatto di tutto per riformare (riuscendoci solo in parte), è un'affermazione troppo forte quella secondo cui gli Stati Uniti "trascurano completamente la sanità". Negli Stati Uniti esiste un sistema sanitario che copre i poveri (Medicaid) e gli anziani (Medicare). Il resto della popolazione in maggioranza è coperto dalle assicurazioni private. La parte della popolazione che rimane esclusa è composta da persone che per scelta, o per necessità, non hanno sottoscritto un'assicurazione sanitaria, senza però far parte della fascia più povera della popolazione. Esiste poi una serie di distorsioni che gonfiano la spesa sanitaria rispetto agli altri Paesi occidentali, rendendola meno efficiente. Ma nel complesso la situazione sanitaria americana non è poi così distante da quella degli altri Paesi occidentali, tanto è vero che la speranza di vita è di pochi anni inferiore a quella dei Paesi più longevi (come l'Italia). In Sudafrica, per dire, si vive trenta anni di meno, non due o tre.
Prosegue la Nussbaum: "Ci sono Paesi con ottimi Pil e scarse libertà religiose e politiche. È il caso della Cina".
Questo è parzialmente vero, ma va detto che l'ottimo Pil della Cina è il risultato della sua enorme popolazione. Volendo considerare anche in questo caso il Pil pro capite, va detto che il Pil pro capite della Cina non raggiunge ancora i 10.000 dollari annui, ed è dunque ancora molto più basso rispetto a quello dei Paesi occidentali (ad esempio quello della Francia è di 35.000 Euro mentre quello degli Stati Uniti supera i 45.000 Euro).
Dunque, allo stato attuale non esistono Paesi di una certa grandezza che possano avere nello stesso momento un Pil pro capite enorme e, ad esempio, un sistema sanitario inesistente, la maggioranza della popolazione alla fame ecc.
Dire che il Pil (soprattutto il Pil pro capite) non dice tutto è vero, ma sottovalutarlo potrebbe essere un errore altrettanto grave. Trascurare totalmente l'aspetto quantitativo della ricchezza prodotta potrebbe portare ad autoingannarsi, e a sostenere teorie poco concrete come quella della "decrescita felice".

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