venerdì 15 aprile 2011

Maroni, la Lega e gli immigrati


I recenti insuccessi del governo nel gestire l'emergenza immigrati provenienti dal nord Africa, e il successivo contrasto tra il governo italiano e l'Unione europea, hanno mostrato la difficoltà nel tradurre in pratica i facili slogan della Lega (cacciamo i clandestini, respingiamo gli immigrati ecc.). E' evidente che le contraddizioni prima o poi esplodono.
La richiesta del ministro dell'interno Maroni di "solidarietà" nei confronti dell'Europa contrasta con l'atteggiamento egoistico e anti-europeo che la Lega ha sempre avuto. Troppo facile chiedere l'aiuto altrui quando si hanno problemi e poi negarlo quando ad avere problemi sono gli altri.
La richiesta di una collaborazione da parte dell'Europa è anche sensata, ma se viene da parte di chi fino al giorno prima aveva detto degli immigrati "li mandiamo in Francia e in Germania" o "fora di ball", certamente risulterà poco credibile e poco apprezzabile.
D'altro canto, i primi a sapere che l'Italia ha bisogno degli immigrati, e che se venissero mandati via tutti da un giorno all'altro, il Paese andrebbe fallito, sono i proprietari delle aziende e i datori di lavoro del nord. E il governo Berlusconi ha regolarizzato centinaia di migliaia di immigrati, a riprova che questi servono al Paese, al di là dei facili discorsi elettorali.
L'insuccesso della Lega, o quantomeno la contraddizione tra le promesse e i fatti, nella gestione dell'immigrazione, è la prova che il popolismo non è in grado di governare e di risolvere i problemi.
Purtroppo la Lega non è l'unico partito populista che ci sia in Europa, un continente vecchio che si sta riducendo a difendere i propri interessi e il tenore di vita raggiunto, e tende a vedere il resto del mondo come una minaccia. Certo, negli altri Paesi europei in genere questi partiti populisti non governano, ma sono messi in minoranza dalle stesse destre moderate. La presenza della Lega al governo è uno dei tanti regali che ci ha fatto Berlusconi.
Adesso sarà interessante vedere come farà la Lega a gestire la rabbia dei suoi stessi elettori, che dopo essere stati aizzati contro gli immigrati per anni, adesso non è detto siano disposti ad accettare l'evidente scollamento tra le parole e i fatti.
La lezione che dovrebbero imparare gli elettori della Lega è che c'è sempre qualcuno più a nord e più egoista, e che nel mondo globalizzato non ci si può chiudere nel proprio orticello: se ci si chiude al mondo, prima o poi comunque il mondo verrà da noi.
La politica dovrebbe avere una visione d'insieme, dovrebbe avere valori positivi, dovrebbe avere un'idea di cosa si vuole fare sul lungo periodo. Se ci si limita a ripetere ciò che dice la gente al bar, alla fine la stessa gente presenterà il conto.

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