mercoledì 10 febbraio 2010

Eluana - Un anno dopo

Un anno fa moriva Eluana Englaro. Ricordiamo purtroppo le reazioni scomposte alla notizia da parte dei parlamentari di centro-destra, che urlarono "assassini", non si sa bene rivolti a chi (al padre di Eluana? ai medici della clinica?). "Non ci sarà più un'altra Eluana", dissero poi, e approvarono in tutta fretta al Senato quella legge che già stavano preparando per impedire che fosse sospesa la cura ad Eluana, e per impedire la sospensione dell'alimentazione forzata ai malati terminali e a quelli che si trovassero nello stato vegetativo permanente. In questo il centro-destra è appoggiata dall'Udc e dalla Chiesa, che distingue semplicemente tra un "partito della vita" e un "partito della morte", e dunque avrebbe una maggioranza schiacciante per approvare qualsiasi legge "pro-vita".
Un anno dopo, però, la legge non è ancora approdata alla Camera. Strano, da parte di chi pensa che sospendere l'alimentazione e l'idratazione forzata siano un assassinio. Strano, che in tutto questo tempo il centro-destra non abbia trovato il tempo per approvare una legge che impedisca nuovi omicidi. Se tutto fosse così semplice, se Eluana fosse semplicemente una ragazza viva che "poteva procreare" (Berlusconi), e che è stata uccisa dagli "assassini" (senatore Quagliariello) non si capirebbe come mai a distanza di un anno non si sia fatta una legge per evitare che "assassinii" di questo tipo si verifichino di nuovo.
Evidentemente le cose non sono così semplici, e anche nel centro-destra, nonostante il voto unanime della legge al Senato, c'è chi la pensa diversamente. Del resto i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani non è d'accordo sulla proibizione della scelta personale di interrompere le cure in alcune circostanze. Come è accaduto anche in passato su argomenti scottanti come l'aborto e il divorzio, gli italiani, sia pur cattolici in maggioranza, mostrano di avere buon senso, di essere insomma "cattolici adulti". Come si può pensare che costringere una persona condannata a rimanere immobilizzata per sempre (magari cosciente come Piergiorgio Welby), a sopravvivere per sempre grazie al respiratore artificiale o alle cure mediche, sia essere "per la vita", mentre lasciarle decidere di interrompere la cura e lasciarsi morire sia essere "per la morte"? Del resto un partito che si definisce "della libertà" come il Pdl, avrebbe qualche difficoltà ad approvare una legge che impedisce all'individuo di scegliere liberamente sul proprio destino.
Staremo a vedere cosa accadrà. Speriamo che l'anima liberale (sempre che esista...) all'interno del Pdl non si nasconda come ha fatto fino ad ora e non faccia prevalere l'anima clericale, che non è maggioranza nel Paese ma che fino ad ora ha avuto la meglio a causa degli interessi politici del centro-destra che vuole rimanere nelle grazie del Vaticano. E speriamo di non dover essere ancora una volta l'unico Paese d'Europa che vieta cose che negli altri Paesi sono tranquillamente consentite.
E che non siano Eugenia Roccella o Buttiglione a decidere se dobbiamo vivere pur tra mille sofferenze o se possiamo morire.

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